La “Strage dei Mongoli” a Monte di Nese

Sul  sito della ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Sezione “Giorgio Paglia” di Alzano Lombardo), la storia di un episodio drammatico di guerra avvenuto il 13 aprile 1945 a Monte di Nese.

libroPer chiunque volesse approfondire la conoscenza di quanto accaduto consigliamo il prezioso lavoro di Andrea Pioselli “La diserzione – I “mongoli” nella Resistenza bergamasca e la strage di Monte di Nese” Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. ASSOCIAZIONE EDITORIALE: IL FILO D’ARIANNA 

Come riportato anche qui, ci permettiamo di citare un breve tratto della testimonianza pubblicata. Don Severino così ricorda quanto accadde il 13 aprile 1945:
“Ecco che si vede una colonna di Russi fatti prigionieri scendere al di sotto del Monte Cavallo. Li contiamo: sono 54; sono accompagnati da alcuni repubblicani e li conducono poco di sotto della chiesa e li fanno sedere in un prato. Un repubblicano grida: signor tenente abbiamo fatto buona caccia, via la … e come sono affamati questi repubblicani: si mettono a spogliarli dei portafogli, pastrani ecc. ma quando vediamo levare a una ventina le scarpe un dubbio atroce ci assale: li ammazzeranno? Mentre gli uni sono intenti a frugare in ogni tasca di quei disgraziati, gli altri appostano al di sotto una mitragliatrice. Li fanno alzare, alcuni obbediscono, con altri devono usare violenza. Con le mani nei capelli, con grida e pianti strazianti vengono spostati una cinquantina di metri e ridotti in poco spazio. Uno si inginocchia e con le mani giunte prega. Viene fatto alzare brutalmente. Quattro sgherri con il fucile spianato si portano ai lati della valletta presso il cimitero. Ad un segnale di un tenente che ha diretto da lontano tutto, parte una scarica di mitraglia e cadono gli uni sopra gli altri (benevolo lettore non augurarti di assistere a una scena di tanto terrore). Non tutti sono morti, anzi la maggior parte sono feriti (che grida!) ed allora vediamo la belva umana accanirsi sopra questi esseri con una volontà sì barbara e selvaggia che è impossibile descrivere. Vengono letteralmente maciullati con colpi di pallottole esplosive sparate a bruciapelo. E così per un’ora. Questo fu l’ultimo e più triste episodio di quel 13 fatale. Finalmente a gruppi isolati quei banditi se ne vanno.”
Così continua la ricostruzione dello storico Andrea Pioselli: “Ci sono morti nelle case, isolati o a gruppi, ma purtroppo la maggior parte fucilati. Oltre ai 54 presso il cimitero ce ne sono 11 sparsi dal campanile alla chiesa fin verso il Ducchello, tutti fucilati: altrei 3 a Cà Ghirardi, caduti in combattimento, 18 sul Brugal divisi in tre gruppi, 10 sul Monte Cavallo, 2 uccisi in Cà Paterna, 1 in casa di Licini Egidio.

AZ4Totale 99 a Monte di Nese. Ma poi ce ne sono ancora 5 sul versante di Poscante, 2 ad Olera, 8 condotti prigionieri alla Busa e poi fucilati.” – e continua – “l’incarico di dare sepoltura ai cadaveri (dopo ben otto giorni) fu affidato allo stradino Giovanni Gherardi.”

Qui l’articolo dedicato su Eco di Bergamo il 5 febbraio 2014

Qui l’articolo sul Corriere della Sera

 

13 Aprile 1945 – Monte di Nese – Caddero cercando invano la li…13 Aprile 1945 – Monte di Nese – CADDERO CERCANDO INVANO LA LIBERTA’Bellissimo documentario di Sonzogni Gianfranco e Ghilardi Sara di ricostruzione storica del tragico evento avvenuto a Monte di Nese nel 1945.Per informazioni: sonzogni.gianfranco@tiscali.it

Posted by Monte di Nese on Martedì 13 ottobre 2015